L'eredità di Querini
In questa sezione raccogliamo il patrimonio materiale e immateriale legato alla storia di Pietro Querini.
Il patrimonio tangibile comprende il mappamondo di Fra Mauro, in cui è menzionato il Querini, e i due resoconti di viaggio.
Il patrimonio immateriale comprende tradizioni, storie e saperi, come il vino Malvasia e lo stoccafisso.
Patrimonio tangibile
Il patrimonio tangibile è ciò che possiamo vedere e toccare: mappe, documenti, luoghi, testimoni silenziosi del passato che ancora oggi ci parlano.
Le fonti storiche del viaggio di Pietro Querini
Il viaggio di Pietro Querini è documentato innanzitutto da alcuni manoscritti che riportano diverse versioni di due fonti originali, ciascuna delle quali offre una prospettiva unica su questa storia. La prima fonte è un racconto attribuito al fiorentino Antonio di Matteo di Corrado de' Cardini, scritto nel 1433. Si basa su testimonianze orali rese da due membri dell'equipaggio di Querini, Cristoforo Fioravante e Nicolò de Michiele. Il manoscritto originale di Cardini non è stato ritrovato, ma una copia realizzata da Antonio Vitturi nel 1480 è conservata presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia (ms. It. VII 368 (7936)). La seconda fonte è costituita da due versioni manoscritte attribuite direttamente a Pietro Querini stesso. Non è chiaro se si tratti effettivamente dei testi da lui scritti, ma entrambi risalgono a non più tardi del XVI secolo. Una è conservata presso la Biblioteca Apostolica Vaticana a Roma (ms. Vat. Lat. 5256), mentre l'altra – una versione incompleta – è conservata presso la Biblioteca Marciana. Nel 1559, entrambi i testi furono pubblicati insieme per la prima volta nelle Navigazioni e Viaggi di Giovan Battista Ramusio. Tuttavia, le versioni incluse da Ramusio differiscono in vari dettagli da quelle conservate nei manoscritti. Non è noto se Ramusio abbia basato la sua edizione sui testi originali o su altre versioni oggi perdute. Di conseguenza, gli studiosi dibattono ancora su quale versione – quella di Ramusio o i manoscritti superstiti – sia più vicina ai resoconti originali perduti. Il dibattito storiografico rimane aperto. Nel corso dei secoli, la storia del viaggio di Querini è stata tradotta e ripubblicata numerose volte, attingendo sia ai manoscritti originali che alla versione di Ramusio. Tra le traduzioni basate direttamente sui manoscritti, troviamo l'edizione francese moderna del 2005 di Claire Judde de Larivière (Naufragés, Anacharsis); un adattamento italiano del 2007 di Paolo Nelli (Il naufragio della Querina, Nutrimenti Mare); la trascrizione letterale italiana del 2019 di Angela Pluda (Infelice e sventurata coca Querina, Ed. Viella); e la prima traduzione inglese di entrambe le versioni manoscritte, pubblicata da Alberto Quartapelle nel 2025 (Il naufragio del veneziano Pietro Querino alle isole Lofoten, in Terrae Incognitae 57:1). Le traduzioni basate sulla versione di Ramusio iniziano con un'edizione tedesca del 1613 di Hieronymus Megiser, seguita nel 1625 da un riassunto inglese (limitato al resoconto di Fioravante/Michiel) di Samuel Purchas in Hakluytus Posthumus. Nel 1763, Gerhard Schøning ne produsse una versione norvegese, e nel 1784 Johann Reinhold Forster pubblicò una nuova traduzione tedesca. Lo studioso italiano Carlo Bullo pubblicò solo il testo di Fioravante/Michiel nel 1881. Una traduzione norvegese completa apparve di nuovo nel 1908, a cura di Amund Sommerfeldt. Nel 1980, Monica Milanesi pubblicò un'edizione critica moderna dell'opera di Ramusio basata sulla ristampa del 1606. Tra le traduzioni norvegesi più recenti figurano la versione di Marie L. Aalen del 1991 in I paradisets første krets, un'edizione trilingue del 2004 (Querinis reise = Il viaggio di Querini) e la sua ristampa nel 2019 a cura di Querinioperaens venneforening. Una traduzione inglese della versione di Ramusio di entrambe le memorie, curata dal Dr. Adam Greenwood con il commento del Professor Richard Holt, è di prossima pubblicazione in un e-book pubblicato dalla nostra Associazione. Il manoscritto vaticano è liberamente accessibile online al seguente link: https://digi.vatlib.it/view/MSS_Vat.lat.5256
Risorse per approfondimenti
Esiste una vasta letteratura sulla storia di Pietro Querini e sui temi più ampi legati al progetto Via Querinissima.
Per iniziare la vostra esplorazione, una selezione di testi introduttivi è disponibile qui.
Per chi desidera una panoramica più completa e sistematica, una bibliografia dettagliata curata dal Comitato Scientifico di Via Querinissima è disponibile qui.
Questa bibliografia offre una panoramica delle ricerche sul viaggio dei Querini e include riferimenti selezionati su temi culturali e storici correlati al progetto Via Querinissima. Sebbene non esaustiva, mira ad ampliare la comprensione della portata del progetto. Per suggerimenti, contattare: sc@viaquerinissima.net.
È inoltre disponibile un database di tesi accademiche qui.
Foto: © Via Querinissima.
Manoscritto conservato presso la Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia.
Mappa storica

Foto: © Via Querinissima.
Il globo di Fra' Mauro è conservato presso la Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia.
Il Globo di Fra' Mauro , risalente al 1450 circa, è uno dei manufatti più preziosi e rinomati della Biblioteca Marciana di Venezia. Oggi è considerato la testimonianza cartografica più preziosa del mondo di fine Medioevo ed è spesso considerato l'ultima mappa a rappresentare la visione del mondo medievale prima dell'alba dell'Età Moderna.
Questa straordinaria mappa, ora disponibile anche in formato digitale grazie al Museo Galileo di Firenze, offre un viaggio interattivo attraverso un mondo plasmato dal viaggio, dalla fede e dalla scoperta. Una caratteristica unica è il suo orientamento: la mappa è ruotata di 180°, con il Sud in alto e il Nord in basso.
Nel cuore della Norvegia, Fra Mauro registrò il naufragio di Pietro Querini, il quale, al suo ritorno a Venezia nel 1433, presentò al Senato una relazione dettagliata. I suoi scritti offrirono una delle prime descrizioni culturali e geografiche dell'Artico, influenzando la descrizione che Fra Mauro fece dei vasti territori settentrionali come Grolandia, Islant, Fillandia e Permia, che si estendevano persino oltre il Polo Nord.
L'esperienza di Querini aiutò Fra Mauro a immaginare un immenso mondo di ghiaccio, unendo le credenze medievali alle nuove intuizioni geografiche.
Per un'esperienza immersiva, visita la Biblioteca Marciana in Piazza San Marco, a Venezia.

Foto: © Via Querinissima.
Il globo di Fra' Mauro è conservato presso la Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia.
Patrimonio immateriale
Il patrimonio immateriale comprende le tradizioni, le conoscenze, le lingue, le pratiche e le espressioni che vengono tramandate di generazione in generazione e contribuiscono a plasmare l'identità e la cultura delle comunità.
È l'anima di una cultura, tramandata di generazione in generazione, che ci unisce attraverso la memoria, il significato e l'emozione.
L'UNESCO definisce il patrimonio culturale immateriale (ICH) come le pratiche, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze e le competenze (e gli oggetti e gli spazi associati) che le comunità, i gruppi e gli individui riconoscono come parte del loro patrimonio culturale .
Stoccafisso

Lo stoccafisso è molto più di un prodotto alimentare: è un simbolo di resilienza, ingegno e legame culturale in tutta Europa.
Il resoconto di Pietro Querini offre il primo resoconto dettagliato di questo metodo di conservazione del pesce, essiccato naturalmente dai venti artici nelle isole Lofoten.
Il suo metodo di produzione tradizionale, immutato da secoli, mette in risalto il profondo legame tra natura e creatività umana.
Ancora oggi, lo stoccafisso rimane una testimonianza tangibile della capacità dell'Europa di unirsi nella diversità, preservando saperi antichi e promuovendo al contempo un senso di identità comune.
All'interno della Via Querinissima, lo stoccafisso rappresenta un patrimonio culturale sia materiale che immateriale, che collega paesaggi, comunità e tradizioni dalla Norvegia all'Italia, al Portogallo, alla Grecia e alla Spagna.
Malvasia
Le origini del vino Malvasia risalgono all'antica Grecia, più precisamente alla regione di Monemvasia nel Peloponneso.
Questo vino, noto per il suo sapore dolce e aromatico, è prodotto da vitigni locali perfettamente adattati al clima e al terreno della zona.
Nel Medioevo, la produzione di Malvasia si diffuse ampiamente grazie ai mercanti veneziani, che ne apprezzarono la qualità e la importarono nelle loro terre . Durante il dominio veneziano sull'isola di Creta, Candia, l'odierna Heraklion, divenne uno dei principali centri di produzione della pregiata Malvasia. Non è un caso che Pietro Querini partì per il suo viaggio nelle Fiandre con un carico di questo rinomato vino.
In questo contesto è particolarmente significativa la collaborazione con Iter Vitis - La Strada della Vite sul tema della Malvasia.
Insieme, Iter Vitis e Via Querinissima lavorano per valorizzare la Malvasia come patrimonio culturale europeo, promuovendo itinerari enoturistici, eventi e iniziative che uniscano storia, identità e turismo sostenibile.

Cittadino, impegno e tradizioni locali

La narrazione dell'identità dell'UE è spesso legata agli eventi del secolo scorso, concentrandosi in particolare sui processi politici ed economici. Ciò rende difficile spiegare le basi del patrimonio culturale dell'UE, soprattutto ai cittadini comuni, e creare un senso di identità europea.
Uno degli obiettivi di VQ t è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica su questo patrimonio immateriale partendo dalle storie condivise dalle persone, dai pellegrinaggi storici, dalle tradizioni e dalle memorie, che rappresentano esperienze che hanno in comune il patrimonio legato a Pietro Querini. Queste esperienze sono profondamente radicate nelle comunità locali, partendo dal cuore di questo patrimonio condiviso.
Partendo da elementi che fanno ancora parte della tradizione locale, VQ si propone di far comprendere ai cittadini come l’Unione Europea, spesso intesa come entità a sé stante, sia invece qualcosa che nasce da principi e valori comuni.